L'avvocato famoso per aver vinto un accordo per le famiglie delle vittime della sparatoria alla Sandy Hook School ha intentato una nuova coppia di cause in relazione alla sparatoria mortale del 2022 alla Robb Elementary di Uvalde: questa volta indirizzata al produttore di fucili Daniel Defense), a Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, e all'editore di Call of Duty, Activision.
I documenti legali esaminati dal Washington Post affermano che Activision, Meta e Daniel Defense sono tutti responsabili di radicalizzare una demografica 'socialmente vulnerabile' glorificando la violenza e facilitando l'accesso alle armi.
Per quanto riguarda la presunta responsabilità dell'editore di Call of Duty, le cause cercano di collegare la promozione di armi del mondo reale a giovani 'vulnerabili' che sono 'insicuri sulla propria mascolinità, spesso vittime di bullismo e desiderosi di mostrare forza e imporre dominio'.
Secondo il Post, questo potrebbe essere il primo caso a collegare una strategia di marketing di armi 'aggressiva', sia sui social media che nella serie Call of Duty, agli eventi di una sparatoria specifica.
'Negli ultimi 15 anni, due delle più grandi aziende tecnologiche americane - gli imputati Activision e Meta - si sono alleate con l'industria delle armi in un piano che rende la campagna di Joe Camel ridicolmente innocua, persino pittoresca', si legge nella denuncia.
Le cause accusano Activision e Meta di essere complici nelle azioni dello sparatore, Salvador Ramos, essenzialmente esponendolo all'arma (tramite il gioco), facendogliene marketing (attraverso i social media) e facilitando l'acquisto di un fucile automatico (sempre tramite i social media).
Vale la pena notare che le cause cercano anche responsabilità dagli agenti che hanno risposto all'incidente, dove il personale ha atteso oltre un'ora per agire contro Ramos, causando una delle sparatorie nelle scuole più mortali della storia degli Stati Uniti.
Le cause cercano di 'colmare il divario di responsabilità'
Sebbene alcune delle retoriche nelle cause ricordino i tentativi degli anni '90 di legislare la violenza nei videogiochi, c'è un angolo qui che vale la pena notare: l'idea che il marketing mirato tra piattaforme di social media sia parzialmente da incolpare per la situazione.
Le cause dipingono dettagliatamente la strategia di marketing aggressiva di Daniel Defense, utilizzando Facebook e Instagram per 'bombardare' Ramos con materiale che glorifica i fucili d'assalto dopo aver scaricato il gioco Call of Duty: Modern Warfare nel novembre 2021.
Le cause criticano anche le politiche lacunose o inconsistenti da parte di Meta riguardo alle vendite di armi da fuoco. Nel complesso, sembrano un tentativo di attribuire la colpa a tutte le piattaforme che promuovono presuntamente la violenza con armi da fuoco e all'azienda di armi in questione, insieme alla reazione sbagliata della polizia all'evento.
Al momento, non sappiamo quali saranno le implicazioni per Activision Blizzard (o per Microsoft, che possiede l'editore a seguito della storica fusione alla fine dello scorso anno).